Mi toccherà dirglielo... 57° puntata

in #hive-14662010 days ago


Immagine CC0 creative commons

"Cos'è, non mi dire che non hai mai visto una passera..."

"No, no, solo che non, non, non mi aspettavo..."

"E dai, siamo colleghi, adulti, figurati se ci formalizziamo per così poco, io non avrei problemi a vedere il tuo uccello, anzi, non mi dispiacerebbe proprio..."

La situazione era rovente, Bruno cercava di districarsi da quel ginepraio in cui si era improvvisamente ritrovato, facendolo nella maniera più lineare possibile...

"Se non avessi un rapporto stupendo con mia moglie te lo farei vedere eccome, guarda, è un peccato non approfittare di te, perché sei davvero una gran figa, ma non avertene a male ma devo rinunciare..."

Non era molto abituata a sentirsi dire di no, quando la sbatteva dichiaratamente in faccia come in quel momento molto difficilmente l'uomo le resisteva, Bruno continuava a tenerle testa, a declinare i suoi inviti, non riusciva a farsene una ragione, ma si sforzò di rientrare, rimandando l'appuntamento con un altro assalto, era anche molto prevedibile quando sarebbe stato, la settimana prossima, con l'ennesimo dolore alla gamba da scaricare, magari ampliando il discorso su altri aspetti, aveva già una mezza idea che le passava per la testa, qualche giorno ancora e l'avrebbe perfezionata a dovere...

"Ok, va bene, come vuoi tu, ma sai che l'invito per te è sempre valido, quando vuoi lo sai, mi trovi..."

Nessuna altra parola da parte di Bruno, solamente lei ringraziò, sentitamente, per l'eccellente lavoro che aveva svolto il suo collega, la gamba era dolente ancora, non era guarita, ma la sensazione era proprio quella di un sostanzioso miglioramento, si sincerò di poter contare almeno su un altro appuntamento di quel genere, quasi supplicando, lui non poté dirle di no, e si accordarono per la settimana successiva...

Quella sera Bruno rientrando a casa, appena possibile, incantonò Maria, e la prese con forza e vigore, come ai bei tempi, rovistandola in tutti i pertugi, lei era stupita di tutto quell'ardore, certo, Bruno non si lasciava certo desiderare, e tutte le volte che lei lo richiedeva, la ricopriva delle più profonde e intime attenzioni possibili...

Il tempo volò, e l'appuntamento con l'ennesima seduta di scarico/massaggio era giunto, Bruno non era completamente tranquillo, anche se estremamente risoluto nelle sue condizioni, per cui quando lei si infilò per prima dentro alla stanzetta dell'infermeria qualcosa gli passò per la testa, ma forse vedeva solamente dei fantasmi, delle strane sensazioni che non si sarebbero concretizzate in nulla di reale, forse...

Salutati gli ultimi alunni, si recò senza particolare fretta verso quella stanza, ripetendo mentalmente un suo schema mentale al quale aggrapparsi in un ipotetico momento del bisogno, quasi senza rendersi conto, si ritrovò davanti alla porta, in tutta tranquillità si appoggiò la maniglia per aprirla, ma con stupore notò il fatto che fosse chiusa, non ricorda che esistesse una chiave di quella stanza, o meglio, non ci aveva mai fatto caso, incerto sul da farsi, abbozzò un paio di tocchi leggeri sulla porta, dall'interno una voce famigliare, che nel tono più naturale e innocente possibile chiese...

"Chi è?"

Continua...