Buongiorno e buona domenica a tutti!
Ho scattato queste due fotografie a Ziro (marito e moglie) un piccolo paese dell'Arunachal Pradesh, nella parte nord-est dell'India.
Una meta decisamente non turistica: mi interessano le culture minori, le tradizioni che stanno per essere dimenticate, come è per la cultura tribale degli Apatani. Le donne anziane portano ancora dei dischi di legno ai lati del setto nasale, come segno di appartenenza alla tribù e anche per abbruttirsi.
Sì, in India c'è questa tradizione di coprire, velare la propria bellezza, non ne ho ben capito il motivo, e voglio approfondire (se qualcuno che legge può aiutarmi ne sarei felice), ma penso sia quasi un desiderio di custodirla, esserne gelosi e quindi amarla. Le cose belle non vanno messe in piazza, ma vanno 'nascoste', per preservarle. Quanto è lontana la loro cultura dalla nostra, piena di 'vetrine social' e non solo.... quanto abbiamo da imparare da loro, eppure le giovani generazioni indiane hanno noi come modello, e questo mi rammarica.
La vita e i ritmi qui sono molto semplici, circolari. La vita è povera ma dignitosa. Quello che mi chiedo sempre è se veramente noi, vivendo in una parte del mondo ricca (non so ancora per quanto), abbiamo veramente bisogno di tutto ciò che abbiamo, e non parlo solo di oggetti fisici, ma anche di regole e burocrazie, che ci allontano dalla natura, rendendo molto spesso la nostra vita quotidiana disumana e stressante. Qui un riferimento va anche al green pass (ad oggi, febbraio 2022, ancora in vigore in Italia): un'assurdità, incostituzionale, che non ha più nessun fine sanitario ma è solo uno strumento che permetterà all' Stato di controllare la nostra vita economica e sociale, ma soprattutto che sta creando discriminazione ed odio verso chi, lecitamente, ha effettuato una scelta diversa (qui non voglio entrare nel merito dei vaccini, era solo una considerazione limitata allo strumento dei green pass).
Detto questo, volevo esprimere il mio sentimento nell'osservare quest'uomo davanti al fuoco... Mi chiedo se non sia più saggio lui nella sua semplicità che il nostro presunto progresso, mi chiedo come percepisca lui il mondo, forse non si aspetta più niente, forse vive e basta, e questo gli basta, ed è felice così.
Noi a correre, valutare, discutere, imparare, fare strada ed esperienze, con una smania di emergere ed apparire... E lui sta lì e basta... In una delle tante fotografie che gli ho scattato teneva in mano una banconota. Ebbene, il modo con cui la guardava mi ha fatto sorgere dei dubbi sul nostro sistema di valori culturali, perché nel suo sguardo quella banconota era solo un pezzo di carta, e a lui importava solamente il calore del fuoco, la presenza della moglie intorno a lui, un tetto sulla testa e qualcosa da mangiare.
Con questo non voglio dire che i soldi non facciano a loro (e a noi) comodo e rendano la vita più semplice, per l'amor di dio, dico solo che nei sui occhi non c'era avidità, e i soldi sono ritornati ad essere quello per cui sono stati creati: un mezzo, non un fine. Aver sostituito il mezzo con il fine (come abbiamo fatto noi) sta invece creando mostri, e pagheremo, e stiamo pagando, conseguenze molto amare per questo.
Per l'uomo che ho ritratto, penso che la morte non faccia paura, che la viva come una cosa naturale, mentre noi occidentali stiamo negando la morte e la malattia, e penso che stiamo ostinatamente cercando un modo per semplificare quello che noi percepiamo un grosso problema, mettendo in atto tutta una serie di 'regole' (una sorta di riti) che mai e poi mai potranno veramente allontanare questa angoscia, ma ci rassicurano (fintamente). La morte, invece fa parte della vita, che è come un cerchio che si chiude. La morte dà più valore alla vita.
Per questo amo viaggiare, non devo portare il mio modo di vivere in altri posti, ma ascoltare altri modi e più genuini di vivere, leggere nei gesti quotidiani la presenza di un contatto con i ritmi naturali che abbiamo perso quasi del tutto. Il viaggio è sempre un viaggio interiore, nel bene e nel male, e porta ad un'espansione della consapevolezza ed a una relativizzazione dei nostri modelli culturali, quindi ci permette di fare un passo avanti verso la piena realizzazione di sé, spazzando via, di passo in passo, i pregiudizi e gli schemi mentali radicati in noi da sempre.
Infine, quell'uomo mi ha ricordato la poesia 'Natale' di Giuseppe Ungaretti, che qui riporto (con anche la traduzione in inglese di Matilda Colarossi):
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.
(Giuseppe Ungaretti)
I don’t feel
like diving
into the tangle
of roads
So heavy
with fatigue
are my shoulders
Leave me here
like some
thing
placed
in a
corner
and forgotten
Here
I feel
nothing
but a pleasant warmth
I sit
with the four
smoke rings
somersaulting
in the hearth
(Giuseppe Ungaretti)
Qui trovate la serie fotografica completa di questa coppia attorno al fuoco: https://ecency.com/hive-142159/@barnabo73/apatani-couple-at-home-ziro
e delle attività quotidiane della moglie nell'orto:
https://ecency.com/hive-194913/@barnabo73/apatani-woman-at-work-ziro-c6cb3e0c582d
Foto scattate con Sony Alpha 7iii, 24-70 F2.8. Febbraio 2020.