Purtroppo il nostro rapporto, quello tra me e il mio ex-socio, andava irrimediabilmente deteriorandosi mese dopo mese, riuscimmo a tirare avanti per qualche altro tempo unicamente grazie a quello che provavo per sua sorella, ma al progredire del tempo sentivo che era come se avessi i giorni contati, come se qualcosa di grande e importante dovesse capitare da un momento a un altro, e non c'era molto da sperare, in senso positivo, per cui iniziai a guardarmi per bene in giro, ma feci anche qualche indagine personale, perché io volevo riacquistare il 100% del negozio, e lui la stessa cosa, ciascuno di noi voleva appropriarsi della parte che era nelle mani dell'altro, con l'ulteriore difficoltà che erano proprio soci paritari...
In questa sorta di stallo, di situazione apparentemente compromessa, un pomeriggio di fine luglio dell'anno 1998 stavo guardando un giornale di annunci pubblicitari e commerciali, in una delle pagine centrali notai, in basso a sinistra, un piccolo messaggio, in cui si cedeva un bar con annessa ricevitoria...
Fu un lampo, mi feci il film di tutto quanto, cedo la mia parte al mio socio, nonché fratello della mia amante, in modo tale che se la situazione tra noi dovesse evolversi in senso positivo, tipo una convivenza futura, non si sarei scavato la fossa da solo con la mia futura nuova famiglia acquisita, in fondo io gli stavo cedendo la mia quota, era quello che voleva lui, non era proprio quello che volevo io ma la mia storia era più importante di tutto quello che mi circondava, aveva la precedenza e la priorità assoluta, rimanere in quel negozio, che in ogni caso avevo aperto io con mio fratello e un altro socio, non era più possibile per me, o io o lui, uno era di troppo, scelsi di scavarmi dalle palle in autonomia, visto e considerato il fatto che volevo dare maggiore sviluppo a quello che stavo vivendo, in quale maniera?
Semplice, lei, quella che in seguito sarebbe diventata la mia compagna, mi avrebbe seguito nell'avventura del bar, per coprire parzialmente le mie mosse avrei assunto alle mie dipendenze anche mio nipote, il figlio di mio fratello, per mischiare un po' le carte, e non rendere proprio visibile il fatto che mi portavo dietro la mia amante, anche se le voci iniziarono ben presto a circolare, ma non me ne fregavo più di tanto, perché non vedevo più in là di lei, che era in quel preciso momento lo scopo principale della mia stessa vita...
Iniziai a interessarmi concretamente a quel locale, accesi un mutuo in quanto non possedevo l'intera cifra necessaria per l'acquisto di quella licenza, e alla fine di riuscii, io titolare, mio nipote e la mia futura compagna in qualità di dipendenti, una situazione, una posizione, che andava molto stretta alla mia ex-moglie, perché si stava rendendo conto che non ero disposto a compromessi, la mia amante, che ufficialmente soprattutto all'inizio, non era venuta ancora fuori allo scoperto, sarebbe stata al mio fianco, non accettavo compromessi da parte di nessuno, stavo andando dritto verso il mio scopo, non sentivo cazzi né mazzi, volevo quel bar, volevo che lei lavorasse per me, volevo far sesso (oppure l'amore, se vogliamo essere più romantici) tutte le volte che mi passava per la testa, senza che nessuno, lì dentro, in quelle 4 mura del locale che stavo acquistando, mi potesse rompere i coglioni più di tanto, perché lì ero il capo supremo, e chi era con me, lei e il mio nipote, era sotto la mia ala protettiva...
Continua...