Post 33
Risalii in camera, dopo nemmeno una mezz’ora arrivò il servizio in camera, Cecilia sonnecchiava ancora.
Mi avvicinai, mi accostai al suo orecchio e le sussurrai che ero risalito e che la colazione fosse stata servita.
Un po’ arruffata si alzò e dopo avermi abbracciato mi chiese come stessi.
-Sto bene, scusami per ieri sera, ma sarà stata la tensione di questi giorni o qualcosa che mi abbia fatto male, ma…davvero, mi dispiace! Non so cosa aggiungere…sono mortificato.
-Arturo, che sarà mai, una indigestione può capitare a chiunque, piuttosto ce la fai a fare colazione ora? O sei ancora nauseato.
-Ma no, sto bene, mangerò solo qualcosa di secco ma per sicurezza…A proposito, ho parlato con gli ispettori, mi hanno detto di aver arrestato l’ex fidanzata di Fabio, per spaccio, ma naturalmente i particolari me li diranno al rientro.
-Ah beh…una psicolabile in meno…replicò sardonica Cecilia.
E continuò dopo aver osservato la mia faccia perplessa.
-Sì, un personaggio particolare, la classica ragazzetta che deve avere tutti ai suoi piedi. Se non la mettevano al centro dei loro pensieri andava di matto. Mistificatrice e bugiarda, attribuiva ad altri le sue colpe, con gli uomini poi, la classica geisha, tutta amore tesoro, non preoccuparti vai pure e quando andava…andava pure lei, con un altro. I maschi fessi abboccano a queste cretine.
-Ma la conosci bene?-la interruppi per un momento.
-Non proprio, più che altro, conoscenze in comune che dicevano tutti la stessa cosa, era alla ricerca disperata di un coglione qualsiasi che la potesse difendere a spada tratta dalle sue malefatte, con uno c’era riuscita, ma era talmente brutto che dopo averlo cornificato e abbabbiate per un quattro, forse cinque anni, l’ha mollato per Fabio.
-Interessante quello che mi stai dicendo, ne terrò sicuramente conto quando parlerò con gli ispettori. Allora il treno è alle 12: 40 da Milano centrale, abbiamo tutto il tempo di fare le cose con calma…una doccia?
-Apra l’acqua Battaglia, un minuto e sono da lei.
La doccia più rilassante ed eccitante dell’ultimo periodo, un periodo un po’ troppo lungo.
Mi soffermai a pensare che l’editore non mi aveva dato nessuna notizia. Io però dovevo rientrare, il soggiorno milanese era arrivato alla fine, preparammo le ultime cose e chiamammo un taxi, nell’arco di poco tempo arrivammo in stazione, non scendemmo nemmeno dall’auto che dopo un poco mi sentii chiamare. Mi voltai e vidi l’editore…
Che ci faceva lì, mica gli avevo detto a che ora sarei partito!
-Arturo, fermati un attimo, stavo per telefonare in albergo ma ti ho visto da lontano e ho preferito venirti incontro e chiamarti.
Mentre parlava, si soffermò a presentarsi a Cecilia e parlammo mentre ci accompagnava al treno. Sapevo che mi sarebbe venuto incontro e infatti, pattuimmo, per mettere in stand by il saggio in cambio di un romanzo sull’omicidio di cui facevo parte come investigatore.
La cosa mi lasciò un po’ perplesso ma, a quanto pare, non avevo scelta ed infatti, quello che voi state leggendo è il frutto di questo accordo. Ancora non so quando consegnerò il lavoro definitivo, per il momento sono alla trentatreesima puntata. Un giorno magari lo vedrete tutto rilegato e stampato in tutte le librerie.
Prendemmo il treno e tornammo a casa.
L’accordo in fondo mi entusiasmava.