Conclave vale la pena

in #hive-1466204 days ago


Immagine realizzata con Canva

Ieri sera siamo riusciti a vedere finalmente Conclave. Sarò franco e sapevo davvero pochissimo prima della proiezione. Avevo visto solo di sfuggita il trailer una sera che ero andato al cinema, prima della proiezione e lo avevo trovato in lista per l'Oscar. Ma nulla di più. Mi ci sono approcciato, quindi, con aspettative quasi nulle, pronto a vedere un film di cui non sapevo nulla, se non che in qualche modo parlava del Vaticano (sapete… dal titolo…).

Conclave racconta il processo di elezione di un nuovo pontefice, partendo dalla scomparsa del precedente. Uno degli aspetti che rendono interessante questo genere di storie è tutta la procedura e i rituali organizzativi che richiede l'intero processo di nomina del nuovo pontefice. Qualcosa che già mi aveva affascinato con Angeli e Demoni di Dan Brown e che ora torna, senza tutta quella patina un po' da fantascienza.
I registri narrativi sono molteplici. C'è il procedurale, il giallo, il politico e l'impegnato/di denuncia in questo film, tutti mescolati insieme, ma senza incasinarli tra loro. Si scivola da uno all'altro senza difficoltà, perché tutti vengono gestiti con pacatezza; la stessa pacatezza che incarna il protagonista della vicenda, interpretato da un bravissimo Ralph Fiennes.

E qui viene la cosa più bella del film. Fiennes è incredibile. La sua interpretazione regge l'intero film, con dei primi piani e una espressività che comunica più del parlato. Il suo Decano che conduce l'intero processo di elezione del Conclave è un uomo, si devoto, ma anche umano, fallace, che riconosce i propri limiti e li accetta. Un uomo al servizio, un amministratore, con la sua crisi di fede.
Fiennes ha dimostrato già tantissime volte di essere un grande attore, meritevole di innumerevoli premi e riconoscimenti in patria e fuori. Per Conclave è candidato all'Oscar come miglior attore e dopo la visione di ieri, la trovo una candidatura assolutamente meritata.

La parte forse un po' mancante del film sono le scenografie. Siamo a Roma, al Vaticano, ma quasi tutto è girato in interni, sconosciuti. Funzionano, per carità, ma danno poco l'idea di essere davvero all'interno della capitale (italiana e pontificia). Questo non inficia minimamente la fruibilità della storia, ma credo che sarebbe stato apprezzato, anche solo per dare maggiore peso e risalto ai fatti narrati.

Ha fatto anche un po' specie il personaggio del cardinal Tedesco, il prelato italiano interpretato da Sergio Castellitto. Bravo nella parte affidatagli, ma forse il problema è stata proprio la parte. Questo suo cardinale conservatore sembra quasi una macchietta senza un suo vero spessore, assolutamente italiano nella gestualità e nel rapportarsi con gli altri cardinali, (con tanto di sigaretta elettronica che ho adorato come tocco umanizzante). Non solo, anche la dissonanza tra l'audio e il parlato fa notare come probabilmente Castellitto abbia recitato in inglese e poi si sia doppiato da solo in italiano. Magari con due ciack in ambo le lingue. Non che ci sia nulla di male, ma si sente la differenza a livello sonoro.

Insomma, il film merita la visione secondo me. La storia non è di quelle che stupiscono, ma funziona e può interessare. Fiennes si mangia l'intero film e solo per lui vale la pena vederlo.

Posted Using INLEO

Sort:  

Congratulations @steveguereschi! You have completed the following achievement on the Hive blockchain And have been rewarded with New badge(s)

You received more than 2000 upvotes.
Your next target is to reach 2250 upvotes.

You can view your badges on your board and compare yourself to others in the Ranking
If you no longer want to receive notifications, reply to this comment with the word STOP

Anche io non ne sapevo molto, via giù devo vederlo!!

Poi mi dirai!