La quota di reddito

in #hive-1466203 days ago


Immagine realizzata con Canva

*Da tempo desidero provare a mettere ordine le idee, le convinzioni e i principi che ho sviluppato fino a qui nella mia vita in campo economico. Non si tratta di insegnamenti o consigli (non credo di avere le competenze ne tantomeno le autorizzazioni necessarie), ma di una fotografia della mia esperienza. Scriverle mi aiuta a riordinarle e cercare di dare una forma e una struttura. La speranza è che possa essere utile a chi legge, così come lo è per chi scrive. Benvenuti sui miei Appunti Personali di Finanza. Cominciamo!*

In questo post ho passato in analisi la definizione di risparmio e ne è uscito che si tratta di una quota del reddito.
Vorrei quindi espandere questo punto e riflettere, insieme, sulle implicazioni di cosa significhi.

Innanzitutto, come già avevamo detto, il risparmio è una quota del reddito, non dei costi. Si tratta di quindi di una parte dei soldi che entrano nelle nostre tasche e non una diminuzione di quelli che escono dalle stesse. Sembra una cosa banale, ma se pensiamo alla vita di tutti i giorni, quando andiamo al supermercato, alle pubblicità commerciali, il termine risparmio è associato a una diminuzione dei costi. "Risparmia sulla bolletta!" significa "Paga meno per la corrente elettrica" non "Accantona parte dei tuoi soldi". Quando parliamo di risparmio, ci rivolgiamo alla fonte dei nostri flussi di cassa. Le nostre entrate.

Secondo aspetto. A livello temporale, per poter avere del denaro da spendere, prima bisognerebbe averlo guadagnato. In una linea rappresentante il nostro flusso di denaro che va da quando i soldi entrano a quando escono, il risparmio, essendo una quota delle entrare, si posizione temporalmente appena dopo che questi sono arrivati nelle nostre tasche e prima che iniziamo a spenderli. Anche qui, sembra banale, ma non lo è affatto. Questo aspetto ci dice che dovremmo risparmiare PRIMA di spendere e non dopo. Per meglio chiarirci: spenderò quello che mi avanza dopo aver risparmiato e non il contrario.

Faccio un esempio:

  • Il 10 del mese mi arriva lo stipendio di 1000€ sul conto;
  • Ho deciso che la mia quota di risparmio è del 10%, quindi metto da parte (1000€ x 10%) = 100€;
  • Spendo i restanti (1000€ - 100€) = 900€.

e non

  • Il 10 del mese mi arriva lo stipendio di 1000€ sul conto;
  • Spendo tutto quello che necessito o desidero spendere;
  • Se avanza qualcosa lo metto a risparmio.

Il risparmio viene prima delle spese, prima dei costi.

Infine, abbiamo detto che è una quota. Bisogna però definirla e qui la cosa diventa personale per ognuno di noi. Infatti dipende dal nostro reddito, dallo stile di vita, dalla nostra propensione a preoccuparci per il futuro, dalla nostra situazione patrimoniale. Mi spiego meglio: se ho uno stipendio di 2500 € al mese, ho uno stile frugale dove mi basta poco per vivere felice, mi preccupo per il mio futuro per cui desidero garantirmelo sereno e non ho debiti, ho una casa e auto di proprietà, molto probabilmente potrò definire una quota molto alta, magari del 50/70%. Se invece ho uno stipendio di 1300€ al mese, mi piace godermi la vita, me ne frego del futuro e sono in affitto con le rate dell'auto nuova, probabilmente anche solo risparmiare un 5% potrebbe essere difficile.

Risparmiare prima di spendere ci aiuta in questo, perchè se accantoniamo alla fonte saremo poi obbligati a stare attenti a come spendiamo ciò che ci avanza. Definire la quota non è quindi semplice. L'ideale sarebbe avere una traccia, una idea di quanto solitamente guadagnamo e spendiamo, per poter definire un obiettivo che fosse sfidante, ma raggiungibile. Se però non abbiamo idea di come siamo messi, penso che un percorso graduale possa essere l'ideale. Potremmo provare qualche mese con il 5%, vedere come va e poi alzare al 10%. Se ci troviamo a nostro agio alziamo al 15 o 20%.
In una fase di sperimentazione non andrei oltre, almeno fino a che non riusciamo a farci una idea più precisa della situazione delle nostre entrare e uscite.

Appunti Personali di Finanza vuole essere una raccolta di contenuti scritti per me stesso e basati sulle mie esperienze. Non sono consigli di investimento perchè non ho alcuna competenza per darne. Considerateli per quello che sono: parte di un blog personale. Se vi piacciono e volete lasciare un commento mi fa piacere.

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Sicuramente i fattori generali sono diversi e diversificati da persona a persona, da dove vive, i suoi ideali eccetera. In genere penso che un minimo di contabilità analitica, anche retroattiva, si possa fare. Almeno io iniziai così, presi tutti gli estratti conto di quasi un decennio prima e ho registrato mese per mese entrate ed uscite nel più classico foglio excel. Già li puoi avere una visione di quello che scrivi nel post.

E' esattamente quello che faccio io ogni mese, ma l'esperienza e il confronto mi hanno portato ad accorgermi che spesso la gente non lo fa e non lo vuole fare. L'unica, quindi, è provare a suggerire di effettuare un accantonamento alla fonte di una percentuale piccola, per provare.

Se funziona e si rendono conto che non è particolarmente impattante, possono provare ad aumentare la quota.

La contabilità analitica risulta, comunque, la strada migliore. Ma conto di arrivare a scriverne un giorno.

Si è vero molti non lo fanno per indisciplina. Poi non è che devi registrare lo scontrino, io carico letteralmente totale entrate e totale uscite, scrivendo in un campo note eventuali situazioni particolari, tipo pagato le tasse. Comunque l'app della banca mi fa la stessa cosa in automatico con tanto di divisione delle spese in settori merceologici. Con la possibilità di mettere una cifra di accantonamento. Quindi neanche a dire di fare la fatica.

Si, ci sono app che possono aiutare e anche le banche. Ma veramente pochissimi si mettono a dettagliare. Io lo faccio e mi aiuta un sacco, Ho trovato punti in cui portare efficienza o dove spendevo troppo senza accorgermene. Con il tempo ho potuto spendere meno e mettere da parte di più.