Ebbene sì, hanno (maldestramente) tentato di truffarmi. Su cosa? Sui Bitcoin.
Come dire, peggio non potevano cascare.
Oggi pomeriggio suona il cellulare, numero 3311751698 e lo scrivo così vedi mai che qualcuno cercando il numero scopra che si tratta di una truffa. Fosse anche uno levato alle grinfie di queste merde, sono già contento.
Ho una mezza idea di come abbia raggiunto il mio cellulare, associato ad una e-mail che guarda caso è finta. Anche perché la relazione tra le due può venire solo da quel punto.
Ad ogni modo nemmeno granché originale, visto che era accaduto ad un collega mesi fa. Dice di essere di Blockchain punto info o punto com, e che il wallet associato a quella mail (informazione già fallace di suo considerando che un portafoglio crypto non ha associato indirizzi di posta, ancor meno sulle informazioni pubbliche) ci sono stati tentativi di login sospetto che loro hanno bloccato.
immagine creata con l'intelligenza artificiale su mia richiesta
Poi con un giro di parole fa capire che lì dentro ci sono dei Bitcoin, e se sono consapevole di questo fatto.
Il tizio non era italiano, anche se lo parlava, ma io invece lo sono. Una considerevole differenza è che noi abbiamo avuto l'insegnamento del Conte Mascetti, interpretato da Ugo Tognazzi, e quasi certamente la merdaccia estera non ne ha coscienza.
La parte in cui mi diceva del wallet e della presenza dei bitcoin nello stesso, l'ha dovuta ripetete tre o quattro volte. Perché continuavo a dirgli che non avevo capito o non si sentiva. Ad un certo punto gli dico "ma lei parla proprio male l'italiano! non si capisce niente" silenzio tombale dall'altra parte.
Poi riparte con il tentativo (inutilmente vano) di perpetrare la truffa.
La cosa ridicola di questi personaggi è che dovrebbero comprendere al volo quando uno li prende per il culo, ed invece no. Sembrano dei bambini davanti alla vetrina dei giocattoli, non riescono a pensare o visualizzare altro.
Il tizio cerca di convincermi che in quella mail ci potrebbero essere capitali ingenti. Piovuti da chissà dove per altro. Ad un certo punto mi fa "ma la mail è sua". "No, non è mia, non so di chi sia".
Mi aspetterei che siamo arrivati al binario morto della conversazione, nulla. Prova ancora, e siamo già al terzo o quarto portone in faccia che si è preso.
Ad un certo punto vuole che vada su internet e faccio partire la scena del vecchio rincoglionito che non sa digitare un indirizzo manco morto.
Avvii internet explorer... per altro che è?! siamo ancora a Windows Xp?! gli faccio capire dopo parecchio di aver aperto word, "e' tutto bianco è una roba che lampeggia". Comincio a descrivere maccheronicamente le icone, che ovviamente non c'entrano una fava con il browser.
Dopo una fase in cui era letteralmente eccitato per aver trovato un "rinco" a cui poter fregare le caramelle come ridere, passa alla fase della disperazione. È come se vedesse il denaro lì a pochi centimetri, ma non riesce ad afferrarlo. Per terminare con la rassegnazione. Getta la spugna "guardi non importa, la saluto".
Mi rimane il dubbio, ma ha capito che lo stavo prendendo per il culo? boh.
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