Premessa iniziale
Quando ho visto AWAY tra le serieTV disponibili, scartabellando sulla piattaforma Netflix, ho divorato il trailer pregustandomi una fruizione di una bella serie fantascientifica.
Questa piattaforma di streaming, infatti, è abbastanza povera di contenuti di questo genere. Per questo motivo non ho potuto non gioire di un ipotetico viaggio verso il Pianeta Rosso che ormai è entrato nell'immaginario comune come la prossima frontiera dell'umanità grazie a SpaceX e le dichiarazioni di Elon Musk. Il trailer, dunque, mi ha subito attratto come una calamita.
L'opera è composta da una stagione (ma tutto fa presagire un seguito ancora non pubblicato) composta da 10 episodi.
Il mio parere
Questa serieTV è un concentrato di luoghi comuni in stile americano piuttosto deludente.
Una spedizione eterogenea di astronauti, composta da cinque individui provenienti da altrettante nazioni strizza l'occhio ad una parvenza di "politically correct" nel genere ed etnia inglobando donne e uomini, neri, bianchi ed asiatici ma si riprende prontamente in ambito nazionalità.
I personaggi che interpretano gli astronauti sono:
- Emma Green, il capitano donna di ovvia origine americana,
- Kwesi, un ghanese ebreo specializzato in botanica con il compito di far fiorire, al suo arrivo sul Pianeta Rosso, piante terrestri,
- Ram, un indiano con competenze mediche che svolge la funzione di copilota,
- Misha, un ingegnere russo nonchè l'astronauta con più esperienza,
- Lu, una donna cinese specializzata in chimica.
La serieTV inizia con una conferenza dove parlano i futuri astronauti. Le domande faziose dei giornalisti fanno comprendere praticamente tutta la serie tv nel giro dei primi 5 minuti. La dichiarazione di Ram che afferma "parliamoci chiaro, senza gli americani questa spedizione non ci sarebbe stata", Misha che mette le mani avanti dichiarando di essere l'astronauto più esperto ma che si piegherà al comandante americano fa subito comprendere il tenore della serie.
Fin dalle prime puntate i due cattivi comunisti, il russo ed il cinese, si pongono in aperto contrasto con l'autorità americana ma, puntata dopo puntata, comprendono l'umanità, la sensibilità e la forza dell'americana accettandone progressivamente le qualità di leadership!
Il ghanese di colore, è ossequioso e reverenziale nei confronti della comandante mentre l'indiano finisce per innamorarsi della donna al comando pur non essendo corrisposto.
Un clichè internazionale in piena regola, insomma.
Anche dal punto di vista familiare la situazione non cambia. Tutti gli astronauti, a parte la comandante americana, hanno famiglie allo sfascio o con le quali non riescono ad intrattenere i rapporti.
Solo la amaricana Emma ha un marito intelligente che presiede le operazioni della NASA ed una figlia adolescente con tanti dubbi ma alla quale riesce a stare a fianco anche a miliardi di kilometri di distanza.
Al contrario, Misha, dopo la morte della moglie si è dato all'alcool prima e alla navigazione nello spazio dopo, abbandonando di fatto la figlia e i nipoti. Lu, ha un marito con il quale ha un rapporto di mera facciata ed un figlio che adora ma al quale non ha mai confessato di essere omosessuale. Ram non ha famiglia e il fratello con il quale aveva un forte legame è morto in tenera età per via del colera che egli stesso gli ha trasmesso. Infine Kwesi ha solo una madre adottiva che praticamente si vede soltanto alla fine.
Insomma: lo stereotipo della famiglia americana trionfa ancora.
In ogni puntata un nuovo problema rischia di far saltare la missione ma ogni volta un'intuizione geniale (quasi sempre della comandante americana) risolvono la situazione. Solo che dopo cinque puntate dove ci sono solo problemi ti sovviene dalle viscere una domanda martellante: . "Ma chi cazzo li ha mandati lassù"?
L'impianto di depurazione dell'acqua ha un sistema di backup che funziona soltanto a metà; i pannelli interni ed esterni hanno problemi di tenuta; Misha perde la vista a causa dell'assenza di gravità (ma prima non gli hanno fatto una visita oculistica?); Kwesi sembra un giardiniere al quale non hanno spiegato nulla dello spazio e deve imparare tutto sul campo (non male per una missione storica che cambierà le sorti dell'intera umanità);
Insomma, una volta terminata la serie, il primo pensiero che ho avuto è stato... "Mah..." Francamente sono abituato a degli standard su Netflix molto alti e questi episodi, seppur di ottima fattura e con attori molto bravi, non trasmette nessuna emozione particolare se non, almeno da parte mia, un'autentica antipatia nei confronti di un paese colonizzatore e guerrafondaio che ha trovato in hollywood la massima espressione della propaganda.
Le conclusioni penso siano scontate: se vi trovate, nel palinsesto, questa serieTV... consiglio spassionato: passate oltre.
E voi? L'avevate vista prima di questo post? Vi era piaciuta o cosa ne pensate?
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