La versione italiana si trova sotto quella inglese
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What (Almost) Every Web3.0 Game Should Learn From Splinterlands: Freedom as an Incentive to Own an Asset
It has now been exactly 5 months since I stopped playing Splinterlands.
The lack of free time and the low value of the rewards I earned from playing pushed me to make this drastic decision, leaving the battlefield after several years of play.
However, as I’ve shared on several occasions, my journey with Splinterlands has never truly ended: I don’t play anymore, it’s true, but I still own all my assets—cards and tokens—and have fully transitioned from being a player to being an investor.
Today, on Splinterlands, I manage my assets, monitor their value, evaluate new purchases based on profitability, and adjust my strategy in search of the optimal balance between growth and earnings.
This is all possible for one very specific reason: on Splinterlands, I have full and total control over my assets.
For those who’ve been playing Splinterlands for years, this might now seem like a given, something hardly worth noticing. But if we look around, it becomes clear this isn’t the norm in other games—it’s the exception.
And I’m not just talking about web2.0 games, where we’re used to owning nothing, but even web3.0 games, where the focus is often placed too heavily on the “earn” aspect while neglecting the “own” one. The emphasis is on promising earnings—which sometimes never materialize or come at the cost of the game’s enjoyment—while failing to make players truly owners of what they possess in the game.
Splinterlands as a true web3.0 game
On Splinterlands, however, players enjoy maximum freedom and can:
- sell,
- rent,
- lend,
- gift,
- destroy,
almost all of their assets.
For instance, all the cards I still own, as well as the SPS token, can be rented out to other users, allowing me to enjoy passive income and encouraging me not only to hold onto my assets but, if anything, to increase them to further boost my earnings.
These resources can then be easily utilized within Splinterlands because there are so many things to do. Not only can virtually every asset—cards, tokens, titles, land—be owned, but many of them can also be rented from other players, making it easy to return playing at any time for a very small cost.
Freedom as an incentive to own assets
This sense of freedom I feel when I look at my Splinterlands collection is something that, in my opinion, I should experience in every web3.0 game. If I don’t truly own my assets, then what’s the real difference compared to web2.0 games? The chance to earn a few cents? Even web2.0 games can be monetized nowadays, so that’s not enough for me.
What every game should offer me is the freedom to do whatever I want with my assets, whether that’s selling, lending, or destroying them.
And it’s precisely this freedom that led me, even after I stopped playing, to keep all my Splinterlands assets.
Being free to do what I want is exactly what convinced me to remain part of an ecosystem where I know I can, at any time, do whatever I want with what’s mine.
This, in my opinion, is something all games and developers should deeply reflect on.
images owned by @splinterlands and/or their respective owners; cover edited with GIMP
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drawing made by @ahmadmanga
Versione italiana
Italian version
Che Cosa (Quasi) Ogni Gioco del Web3.0 Dovrebbe Imparare da Splinterlands: Libertà come Stimolo a Possedere un Asset
Sono passati ormai esattamente 5 mesi da quando ho smesso di giocare a Splinterlands.
La carenza di tempo libero ed il basso valore delle ricompense che ottenevo giocando mi hanno spinto a prendere questa drastica decisione, abbandonando i campi di battaglia dopo diversi anni di gioco.
Tuttavia, come ho raccontato già in diverse occasioni, la mia avventura su Splinterlands non si è mai davvero fermata: non gioco è vero, ma possiedo ancora tutti i miei assets, carte e token, e da giocatore che ero mi sono trasformato a tutti gli effetti in un investitore.
Oggi su Splinterlands amministro i miei assets, controllo i loro valori, valuto se compiere nuovi acquisti in base alla loro redditività, modifico la mia strategia alla ricerca del punto di equilibro ottimale fra crescita e guadagno.
Ciò è possibile, però, per una ragione molto particolare: su Splinterlands ho il pieno e totale controllo dei miei assets.
Chi è abituato da anni a giocare a Splinterlands infatti magari ormai non ci farà più nemmeno caso e dà questo fatto come scontato; se ci guardiamo attorno basta veramente poco per accorgersi che questa non è però la norma negli altri giochi, ma una eccezione.
E non parlo solo dei giochi del web2.0, dove siamo abituati a non possedere nulla, ma anche degli altri giochi del web3.0, dove troppo spesso ci si concentra sull'aspetto "earn" e si finisce per trascurare quello "own": si punta a promettere guadagni - che talvolta non arrivano mai o arrivano al prezzo del divertimento all'interno del gioco - e ci si dimentica di rendere i giocatori davvero proprietari di ciò che possiedono sul gioco.
Splinterlands come vero gioco del web3.0
Su Splinterlands invece i giocatori godono della massima libertà e possono:
- vendere,
- noleggiare,
- prestare,
- regalare,
- distruggere,
quasi tutti i propri assets.
Tutte le carte che ancora possiedo, e anche il token SPS, possono ad esempio essere noleggiati agli altri utenti, consentendomi di godere di una rendita passiva e spingendomi a non vendere i miei assets ma, anzi, casomai ad aumentarli sempre più, così da aumentare i miei introiti.
Queste risorse poi possono facilmente essere utilizzare all'interno di Splinterlands perchè le cose che posso fare sono tante e diverse: non solo praticamente ogni assets può essere posseduto - carte, tokens, titoli, land - ma molti di questi possono anche essere presi a noleggio dagli altri giocatori, per cui in ogni momento è facile tornare a giocare spendendo davvero poco.
Essere libero come incentivo a possedere un asset
Questo senso di libertà che provo quando guardo la mia collezione su Splinterlands è qualcosa che, secondo me, dovrei provare in tutti i giochi del web3.0: se non possiedo davvero i miei assets, allora qual è se no la vera differenza con i giochi del web2.0? La possibilità di guadagnare qualche centesimo? Anche i giochi del web2.0 sono monetizzabili oggi giorno, per cui ciò per me non è abbastanza.
Ciò che ogni gioco mi dovrebbe offrire è la libertà di fare quello che voglio con i miei assets, che sia venderli, prestarli o distruggerli.
Ed è proprio questa libertà che mi ha spinto, anche quando ho smesso di giocare, a conservare comunque tutti i miei assets di Splinterlands.
Essere libero di fare ciò che voglio è proprio ciò che mi ha convinto a restare parte di un ecosistema in cui so, in ogni momento, di poter fare ciò che voglio di ciò che è mio.
Questo secondo me è qualcosa su cui tutti i giochi e sviluppatori dovrebbero riflettere.
immagini di proprietà di @splinterlands e dei rispettivi proprietari; cover da me editata con GIMP
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