Non c'è una giustizia... 2° parte

in #hive-1466204 hours ago


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Nonostante fossimo di opposte fazioni, la nostra contrapposizione calcistica era molto rispettosa, a dispetto della nostra giovane età, ci si sfotteva, ci si pigliava in giro, a volte pure ferocemente, ma il nostro rapporto era di amicizia sincera, perché eravamo due ragazzi di sport, io all'epoca già correvo a piedi, lui faceva campionati giovanili di calcio nel ruolo di portiere, ed era pure discretamente bravo...

Verso la metà dell'ultimo anno delle Scuole Superiori ci venne l'idea di organizzare un piccolo torneo nella nostra aula per vedere chi fosse il tennista migliore tra noi, io ero convinto di far valere le mie doti, soprattutto a livello di tenuta fisica, perché correndo a piedi avevo una resistenza allo sforzo fisico piuttosto elevata, organizzammo tutto un tabellone, con partite incrociate di qualificazione, e il 1° avversario in assoluto che affrontai fu proprio lui, che era considerato come un discreto giocatore, non il migliore di quella classe in cui mi ero inserito da poco più di un anno ma certamente nemmeno il più scarso, era già un piccolo banco di prova per saggiare con quali livelli mi sarei confrontato...

Ci ritrovammo in un campetto parrocchiale, in cemento, erano un paio di anni che non giocavo con una certa frequenza a tennis, per cui di incognite ne avevo anch'io parecchie, tra cui una certa difficoltà nell'esecuzione del rovescio, da sempre uno dei miei talloni d'Achille, ma contavo molto sul colpo d'occhio e sulla resistenza generale, in effetti non mi sbagliai più di tanto, dopo qualche game di rodaggio, il dritto mi funzionava a meraviglia, il rovescio lo abbozzavo, associando anche il fatto che sono un giocatore mancino, sommando il tutto vinsi con il punteggio di 6/4 6/1, mettendo in mostra soprattutto nel 2° set un'estrema facilità nell'esecuzione dei passanti di dritto, sia lungolinea che incrociato, alla fine della partita il mio avversario era stupefatto, perché era convinto di vendere molto più cara la pelle, invece si era reso conto che pur giocando una discreta partita, nel 2° set non c'era stata praticamente storia, senza falsa modestia, ero nettamente superiore e questo fatto venne ampiamente riconosciuto e amplificato da quel ragazzo, il protagonista di questo racconto, che raccontò nei minimi dettagli la nostra partita, sbandierandomi come il possibile vincitore del torneo della nostra classe, cosa che in effetti accadde realmente, in quanto dopo aver ripreso confidenza con la racchetta, via via il mio livello di gioco ritornò ai regimi consueti e non trovai nessuno in grado di battermi, pur rimanendo un buon amatore e nulla di più...

Fui pure suo cliente, in quanto mi pubblicizzò un orologio a tiratura limitata, prodotto da un marchio famoso, con la firma di un notissimo campione di calcio a me carissimo, non potevo non comprarlo, era troppo bello, per cui gli diedi un acconto (i suoi genitori erano proprietari di una orologeria-oreficeria) e a fine anno scolastico me lo comprai, con quanto recuperai dai regalini vari per il mio diploma, non ci perdemmo completamente di vista, perché lui faceva parte delle 5-6 persone, me compreso, che una volta al mese ci ritrovavamo, anche dopo il diploma, per fare una partita amichevole a poker (amichevole nel senso che le poste in palio erano piuttosto basse)...

Continua...

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