Post 28
Dopo una notte di sonno profondo e una leva taccia all’alba finalmente giungemmo a Milano.
-Porca miseria, partire mi mette sempre in agitazione ma quando arrivò in una grande città la mia agitazione si trasforma in ansia.
-Ahaha…non ci credo Arturo, davvero una città come Milano ti mette ansia?
-Certo! Ho vissuto qui qualche anno fa per un periodo abbastanza lungo di tempo. Ti ricordo che sono uno scrittore e non un investigatore, mestiere a cui sono prestato perché nel tempo il mio intuito mi ha aiutato, e questa città, specialmente quando era più giovani aveva avvicinato a importanti editori che mi hanno consentito di mantenermi con la mia passione…
-Bene, racconta un pochino questo periodo giovanile?- mi interruppe Cecilia.
-Beh…che dire oltre al fatto che fossi bellissimo…te l’ho mai detto che sono bellissimo?- e così scoppiai in una risata vigorosa, seguito a ruota da Cecilia.
-No, dai, scherzi a parte, Milano è una città che ti fagocita, una corsa continua, e poi vivi sottoterra col continuo prendere le metropolitane. Correvo da una fermata all’altra, entravo negli uffici, uscivo riprendevo la metro, uscivo rientravo…era un continuo…no, no, non faceva per me quella vita, come dicevo prima sono uno scrittore, ho bisogno di tregua, di una casetta, del verde…e magari qualcuno con cui condividere un caffè sul patio…sì, è questo ciò che mi fa felice!
-E dimmi Arturo, ti piacerebbe bere il caffè sul patio con un’attrice decadente ma con ancora tanta voglia di dare qualcosa a questa vita?
Non fece nemmeno quasi in tempo a finire la frase che aprii la camera d’albergo…avevamo il tempo dalla nostra parte.
Mattinata uggiosa milanese, le goccioline d’acqua rigavano le finestre appannate dalla condensa. Colazione in camera e portai il caffè a Cecilia, presi il vassoio e lo posi accanto sul letto nella parte che appena avevo lasciato vuoto.
-Buongiorno!
-Buongiorno!…al signor Battaglia è passata l’ansia?
-Mah…direi che, cosa vuol dire “ansia”?, ah sì, beh… stanotte ho trovato un ottimo rimedio!
-Ah sì, bene, spero di esserle stata d’aiuto!
-Non sai nemmeno quanto…ma ora devo fare una volata dall’editore, ci vediamo per ora di pranzo? Ho prenotato al ristorante accanto all’albergo, tu sentiti libera di fare ciò che vuoi, ci vediamo direttamente lì!
Mentre stavo per allontanarmi mi sentii afferrato per un braccio, mi girai, e mi trovai le sue labbra stampate sulle mie…potei solo sorridere…ed inebetito mi diressi verso l’uscita.
La passeggiata verso l’editore non fu mai così leggera, ero pronto a qualsiasi cosa, in questo momento non ne ne fregava assolutamente niente.
Ero innamorato!