Post 32
Dopo aver raccontato tutto a Cecilia andai a farmi una doccia, ci preparammo ed andammo a cena fuori. Scegliemmo un ristorante non troppo distante dall’albergo a metà strada dai Navigli. Cenammo e dopo passeggiammo a lungo, la serata era piacevole, il clima conciliante preludeva ad un indomani mattina sereno, mentre mi godevo questo momento di relax sobbalzai nei pensieri nel momento in cui mi ricordai della telefonata, niente, non riuscivo a non pensarci. Rientrammo dopo aver passeggiato tra i Navigli in lungo ed in largo, la stanchezza cominciò a farsi sentire e optammo per rientrare in albergo. Arrivati in camera ci avvolse una passione unica, avevo un unico desiderio, scacciare i miei pensieri attraverso la foga di possederla. Più pensavo e tanto più mi saliva un ardente desiderio, l’attrazione era tanta sentivo di essere spinto da una forza superiore, più i pensieri si affollavano più la mia foga sessuale aumentava. Se in quel momento mi avessero strappato da quel luogo, per un qualsiasi motivo, avrei provato un dolore indicibile. La stessa forza desiderosa di sfogo sarebbe implosa in me con una violenza devastante.
Perché facevo questi pensieri piuttosto che godermi il momento…
Perché è proprio quando ci si mette in comunicazione col proprio io, attraverso forti emozioni, che risalgono a galla i dolori e le ferite che, seppur guarite, e non visibili all’occhio umano, hanno lasciato un segno profondo e fanno ancora male. Nel massimo momento dell’ amplesso dovetti allontanarmi…corsi in bagno e vomitai anche l’anima.
Cecilia restò di stucco, bloccata nel letto incapace di proferire parola. Si alzò, senza dire niente, era lì ad osservarmi dall’uscio della porta.
Alzai per un attimo lo sguardo che, fino a pochissimi secondi prima, era attonito a guardare l’acqua del water.
La guardai e subito mi rigirai a seguito di un ulteriore conato.
Cecilia ritornò a letto, dopo essersi rassicurata che stessi bene, mi aspettò lì.
Capì che qualcosa fosse andato storto ma si limitò ad aspettare che io parlassi per primo.
Mi scusai ma attribuii il tutto ad una cattiva digestione, incolpai la cena e la tensione accumulata ultimamente, fui credibile; lei, seduta con le spalle appoggiate alla testiera del letto, mi rivolse parole comprensive e credette alla cattiva digestione.
Ci addormentammo e finì così la serata.
All’alba mi svegliai come, purtroppo mi capitava spesso. Aspettai che si facessero le 8:00 per telefonare in commissariato. Lasciai Cecilia dormendo.
Ero nella hall. Telefonai.
-Pronto?- dall’altro capo del telefono rispose Marroni che mi passò subito Molli senza prima aggiungere: -Ehilà Battaglia, ti stai divertendo? Mi raccomando torna presto che qui ci sono grosse novità!- si fece una risata e passò la cornetta.
-Pronto? Ispettore Marroni? Pronto?…
-Battaglia, sono Molli! Abbiamo arrestato Elena la fidanzata di Fabio, l’abbiamo trovata, durante una perquisizione di routine, con un bel quantitativo di roba, lo so che stai in luna di miele, ma alza il culo e torna quanto prima!
Non feci nemmeno in tempo a salutarlo che attaccò il telefono.
Rimasi qualche secondo a guardare la cornetta fintanto che realizzai, attaccai e restituii il telefono al receptionist.
Gli chiesi, inoltre, di poter ordinare la colazione e di portarla in camera.
C’erano alcune cose da mettere in ordine, soprattutto in me!