Pietre
Le pause nella vita sono importanti servono a riordinare armadi, ripostigli, case, auto, pensieri, ricordi.
E mentre sei in pausa ti rendi conto che ogni istante che passa ha un peso, un istante una pietra che si trasforma in un ammasso di pietre che formano i ricordi.
Nei giorni scorsi ho salutato per sempre una persona, lontana, ma cara.
E mentre uscivo dal portone della sua casa, e mentre a braccio veniva portata via, il mio sguardo assente si soffermava a visionare lo spazio circostante e sentivo pietre cadermi addosso sotto forma di ricordi.
Anima in subbuglio.
Il mio sguardo vedeva me, che piccolo correvo tra quelle aiuole, sentivo le voci urlanti di chi gioioso mai avrebbe presagito che il futuro avrebbe portato con sé anche il dolore, il distacco, la perdita.
Vane sono le parole di conforto, che sante, nelle loro essenza, alleviano poco i ricordi che scagliati con forza fanno male come pietre che il tempo ogni tanto ti fa cadere addosso.
Il verde, le grida, il sole, la primavera e poi l'estate, le stagioni fredde e meno, il tunnel che dai garage portava ad una piccola salumeria attraverso cunicoli sotterranei, la presenza, e la sua assenza, la corpulenza, i litigi, i limiti, la stupefacenza, il fastidio Dio e l'addio...ma sempre e solo Io.
E pietre, a frotte, di ricordi di lividi.
Di vita.
Di morte.
Stones
The breaks in life are important they are used to tidy up closets, closets, houses, cars, thoughts, memories.
And while you are paused you realize that every moment that passes has a weight, an instant a stone that turns into a mass of stones that form memories.
In recent days I have greeted forever a person, distant, but dear. And as I went out of the door of her house, and as she was carried away by arm, my absent gaze stopped to view the surrounding space and I felt stones falling on me in the form of memories.
Soul in turmoil.
My gaze saw me, how little I ran among those flower beds, I heard the screaming voices of those who joyfully would never have predicted that the future would also bring with it pain, detachment, loss.
Vain are the words of comfort, which, holy in their essence, little relieve the memories that thrown with force hurt like stones that time occasionally makes you fall on you. The green, the cries, the sun, the spring and then the summer, the cold seasons and less, the tunnel that led from the garage to a small delicatessen through underground tunnels, the presence, and its absence, the corpulence, the quarrels , the limits, the stupefaction, the annoyance of God and the farewell ... but always and only Me.
And stones, in droves, of memories of bruises.
Of life.
Of death.
poetic text and photos are mine: @rocinanteprimo