👉ENGLISH Version👈 (ITALIAN below)
There is so much to learn from leaves who graciously dance
in thunder, rain and storm, in heat and merciless cold,
dance to a song of their own indifferent
that in time they will curl and die
for it is not for them to know but only to dance and be happy
(Meenakshi Iyer)
Who among us is not looking for happiness?
We always look for it, we think and spend time and wallow in search of what will make us happy.
A friend, a partner, a wife, a husband, a job, a salary, a house, a car.
And then, one day, the economic crisis comes, and it takes our work away, we have an accident, and the car breaks down, the children arrive, and they are not exactly what we would have liked them, our partner leaves us for one person younger then us.
And here it is, the depression around the corner, which looks at us sideways: you are finished, failed, you are no longer worth anything, you will never be happy.
And with your mind you wander, looking for a past time; we often with our mind we go back look for the time of childhood, that time in which if we were wrong we could take refuge in the comfort of the embrace of our parents, or to adolescence, at the time of the troubles of the heart that filled our souls with emotions.
If I had chosen this, if I had done that. In a spiral that leads us nowhere. Because in reality, every time we have made a choice, we have made it taking into consideration the data we had available at that moment, the feelings we felt at that moment.
The critical review of what we have done is important to analyze the events that have occurred and to self-analyze and understand our reaction mechanisms, perhaps even to modify ourselves if we do not like how we are made, to overcome our blocks and our fears, but not to self-mortify.
And if we had the strength to look into the cesspool of bad decisions, of the mistakes we made, to rip that parasitic octopus of sense of guilt in our guts out of our liver, we could instead understand that we were not always wrong, but that at that moment it was the right decision to make, or that often someone else has made decisions that have diverted the course of our existence, and that we could not do anything about it.
Without pity, without mortification.
And that if we were really wrong, maybe we already paid that bill, and it is useless to carry the burden of the receipt for the whole life to come.
That's how I have always faced my life.
I absolutely don't want to teach anyone anything. I've made mistakes, I've made wrong decisions, doors in my face too, and maybe I have some regrets too.
But I have no remorse. Every time I took a path, I did it trying to evaluate the best alternative for me and that would not have harm others and, if someone or something has hurt me, I have never sought revenge, but I have only turned them away from mine existence, if I wanted to reach a goal and found the door closed, I looked for other crossings.
What is life afterall?
It is a succession of seasons, of black and white, of gray and colors, of successes and failures.
And then perhaps the recipe for happiness is learning from the leaves to dance in the rain, to fall swaying in the wind, enjoying every moment.
Because after a long winter, a new lush spring will arrive. In order to welcome the tender shoots awakened by the warmth of the Sun with that smile that never went out on our face.
The shots were taken with my Oppo Reno Z4 and edited in Photoshop Express for Android.
Thank you for reading.
See you soon 💛💛💛
👉ITA Version👈
“C'è così tanto da imparare dalle foglie che danzano graziosamente
nel tuono, nella pioggia e nella tempesta, nel caldo e nel freddo spietato,
ballano al ritmo della canzone della loro stessa indifferenza
che col tempo si arricceranno e moriranno
perché non sta a loro saperlo eccetto che ballare ed essere felici”
(Meenakshi Iyer)
Chi di noi non è alla ricerca della felicità?
Sempre la cerchiamo, ci alambicchiamo, pensiamo e ci maceriamo alla ricerca di ciò che ci renderà felici.
Un amico, un compagno, una moglie, un marito, un lavoro, uno stipendio, una casa, una macchina.
E poi, un giorno, arriva la crisi economica, e ci porta via il lavoro, facciamo un incidente, e si rompe la macchina, arrivano i figli, e non sono esattamente come li avremmo desiderati, il nostro compagno ci lascia per una persona più giovane di noi.
Ed ecco la depressione dietro l’angolo, che ci guarda di sottecchi: sei finito, fallito, non vali più niente, non sarai mai felice.
E con la mente vaghi, alla ricerca di un tempo passato; spesso ci rifacciamo al tempo dell’infanzia, quel tempo nel quale se sbagliavamo potevamo rifugiarci nel conforto dell’abbraccio dei nostri genitori, oppure all’adolescenza, al tempo dei turbamenti del cuore che riempivano di emozioni la nostra anima.
Se avessi scelto così, se avessi fatto colà. In una spirale che che non ci porta a nulla. Perché in realtà, ogni volta che abbiamo fatto una scelta, l’abbiamo fatta prendendo in considerazione i dati che avevamo a disposizione in quel momento, i sentimenti che provavamo in quel momento.
La revisione critica di quello che abbiamo fatto è importante per analizzare i fatti accaduti e per autoanalizzarci e comprendere i nostri meccanismi di reazione, magari anche per modificare noi stessi se non ci piace come siamo fatti, per superare i nostri blocchi e le nostre paure, ma non per automortificarci.
E se noi avessimo la forza di guardare nel pozzo nero delle decisioni sbagliate, degli errori commessi, strappare dal nostro fegato quel polpo parassita dei sensi di colpa intentacolato nelle nostre viscere, potremmo invece capire che non abbiamo sempre sbagliato, ma che in quel momento era la decisione più giusta da prendere, o che spesso qualcun altro ha preso decisioni che hanno deviato il corso della nostra esistenza, e che noi non potevamo farci niente.
Senza commiserazione, senza mortificazione.
E che se invece abbiamo realmente sbagliato, magari quel conto lo abbiamo già pagato, ed è inutile portarsi dietro il fardello della ricevuta per tutta la vita a venire.
Ecco, questo è come io ho affrontato sempre la mia vita.
Non voglio assolutamente insegnare niente a nessuno. Di errori ne ho commessi, decisioni sbagliate ne ho prese, porte in faccia anche, e magari qualche rimpianto ce l’ho pure.
Ma non ho rimorsi. Ogni volta che ho imboccato una strada, l’ho fatto cercando di valutare l’alternativa migliore per me e che non nuocesse gli altri, se qualcuno mi ha fatto del male, non ho mai cercato vendetta, ma l’ho solo allontanato dalla mia esistenza, se volevo raggiungere un obiettivo e trovavo la porta chiusa, ho cercato altri valichi.
In fondo la vita cosa è?
E’ un susseguirsi di stagioni, di bianco e di nero, di grigio e colori, di successi e insuccessi.
E allora forse la ricetta per la felicità è proprio imparare dalle foglie a ballare sotto la pioggia, a cadere ondeggiando spazzate dal vento, godendo di ogni momento.
Perché dopo un lungo inverno, arriverà una nuova rigogliosa primavera. Per accogliere i teneri germogli risvegliati dal tepore del Sole con quel sorriso che non si è mai spento sul nostro viso.
Gli scatti sono stati eseguiti con il mio Oppo Reno Z4 ed editati in Photoshop Express per Android.
Vi ringrazio per la lettura.
A presto 💛💛💛